Le facciate dipinte con finestre, capitelli , marmi, porte fanno parte di un’antica cultura genovese iniziata nella seconda metà del secolo XV, dalle famiglie più ricche e in vista della città di Genova, arte che dal capoluogo ligure è arrivata anche nel Basso Piemonte. La ricca gamma cromatica è costituita dal caratteristico “rosa genovese”, dal “rosso genovese” e poi dal giallo ocra e dal giallino. Il visitatore percepisce “l’inganno pittorico” cambiando il proprio punto di vista rispetto all’edificio. Il trompe l’oeil si trova nelle facciate non solo sul materiale di cui la parete è rivestita (finto marmo, finto legno ecc.), ma riguarda anche l’intero ambiente, trasformandolo completamente con sfondati prospettici, finti cieli, verande, giardini, paesaggi ecc.
Girando per Genova, la Liguria, ma anche nel Basso Piemonte: Novi Ligure, Gavi, Carrosio e così via.. ci si imbatte in bellissimi palazzi dipinti e con alcune finestre dipinte. Vi siete mai chiesti il motivo?
Verso la fine del ‘700 la Repubblica di Genova, per rimpinguare le casse istituisce la “tassa sulle finestre” che seguiva uno schema preciso: fino a cinque non si paga nulla, e poi si applicavano delle aliquote calcolate in base al numero di finestre presenti sull’edificio. Più se ne avevano e più si pagava (in genere, ad avere più finestre erano i palazzi signorili del centro storico).
Per limitare l’imposta i proprietari ricorsero alla realizzazione di un numero minore di finestre, alla muratura di parte di quelle esistenti, fino ad arrivare alla realizzazione di false finestre disegnate a trompe-l’oeil sulle pareti dei palazzi.