Il complesso monumentale di Santa Croce a Bosco Marengo

Tra i suggerimenti per scoprire i tesori del Basso Piemonte impossibile non citare una visita a Bosco Marengo al Complesso monumentale di Santa Croce.

La storia del Complesso Monumentale di Santa Croce

Il complesso di Santa Croce a Bosco Marengo nacque per volontà di Papa Pio V nel 1566, con lo scopo di nobilitare il paese natio. Costituisce un chiaro esempio di attuazione dei principi della Controriforma, così come questi erano stati definiti nell’ambito del Concilio di Trento.

Il progetto originale fu elaborato da Egnazio Danti, matematico, geografo e frate domenicano. Alla sua realizzazione lavorarono anche il fiorentino Nanni di Baccio Bigio e Martino Longhi il Vecchio di Viggiù. I lavori procedettero speditamente fino al 1572, anno di morte del Pontefice. Ripresero l’anno successivo sotto la protezione del nipote di quest’ultimo, il Cardinal Bonelli, alla cui morte nel 1598, il convento poteva ormai dirsi ultimato e pienamente in funzione.

Il Convento è articolato in tre settori strutturati intorno ad altrettanti spazi aperti:

  • Il chiostro piccolo o “chiostro dei morti”, ai lati del quale si dispongono il refettorio, le cucine, vari locali di servizio e la sala capitolare.
  • Un cortile rettangolare nell’angolo nord-occidentale intorno a cui si trovano gli ambienti destinati alla funzione di foresteria e gli appartamenti privati del fondatore.
  • Il chiostro grande o “chiostro della cisterna” per la presenza di una grande cisterna sotterranea al centro. Spazio destinato alla clausura e alla formazione dei giovani novizi vista la presenza in quest’ala del noviziato semplice, del noviziato professo. La biblioteca al primo piano è ispirata direttamente a quella del Convento di San Marco a Firenze.
La Biblioteca del Complesso Monumentale di Santa Croce - Bosco Marengo

La Biblioteca del Complesso Monumentale di Santa Croce.

La chiesa di Santa Croce

La chiesa, a croce latina, presenta una navata centrale affiancata da cinque cappelle per lato fra loro comunicanti. In corrispondenza dell’incrocio dei bracci si erge la cupola a base ottagonale realizzata solo nel 1591. La facciata, di aspetto classicheggiante, si presenta con due ordini sovrapposti separati da un architrave con fregio a metope alternato a triglifi. Le membrature architettoniche e gli elementi ornamentali sono in pietra mentre la struttura portante è in laterizio. Il portale di accesso in marmo è fiancheggiato da due nicchie laterali e sormontato dallo stemma di Pio V.

La macchina vasariana

Per l’altare maggiore il Pontefice commissionò a Giorgio Vasari “non una tavola, come s’usa comunemente, ma una macchina grandissima quasi a guisa d’arco trionfale, con due tavole grandi, una dinanzi et una di dietro, et in pezzi minori circa trenta storie piene di molte figure”. Completata entro il 1570, sotto la direzione, oltre che del Vasari, anche di Giovanni Gargiolli e Angelo Marini. Tale macchina in legno dorato era decorata nella parte superiore da due grandi pale rappresentanti il Giudizio Universale quella rivolta verso la navata e il Martirio di San Pietro Martire quella rivolta verso il coro. Le tele realizzate a Pisa tra il 1567 e il 1569, furono trasportate a Genova via mare per poi giungere a Bosco Marengo alla fine di agosto dello stesso anno. Le altre tavole decorative dei lati brevi e della base furono realizzate da vari artisti della scuola vasariana fra cui Francesco Morandini detto il Poppi.
Nel 1710 la macchina venne sostituita dall’attuale altare marmoreo opera di Gaetano Quadrio, tuttavia le tavole non vennero perdute: il Giudizio Universale è esposto nell’abside e le Storie di San Pietro Martire nel Museo Vasariano.

Quando Pio V fu sepolto in Santa Maria Maggiore a Roma, il  monumento che avrebbe dovuto divenire la sua tomba, divenne un altare a lui dedicato. Altra celebre opera del Vasari conservata nella quarta cappella di destra è l’Adorazione dei Magi, commissionatagli dal Pontefice in persona nel 1566.

Oltre a questa all’intero della chiesa sono presenti due tele di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo, L’apparizione di Gesù a San Tommaso d’Aquino e L’apparizione della Vergine a San Giacinto, realizzate all’inizio del 1600, e il coro ligneo con l’Arcangelo Michele opera di Angelo Marini e Giovanni Gargiolli, databile al 1570 circa.

I cambi di destinazione del Convento di Santa Croce

Il convento viene soppresso per decreto napoleonico nel 1801 per poi essere ripristinato nel 1823. Rimane in funzione fino al 1 marzo 1860, anno della sua definitiva soppressione e del suo passaggio di proprietà al Demanio Militare. E’ adibito per brevi periodi alla funzione di magazzino militare e ospedale oftalmico.
Ospita fin dagli anni Sessanta del 1800 un riformatorio giovanile. Nel 1975 diviene carcere minorile rimanendo in attività fino al 1989, quando viene definitivamente chiuso con il trasferimento di personale e detenuti rimasti nel carcere minorile di Torino.

Il Museo di Santa Croce contiene allestimenti che valorizzano il patrimonio artistico e religioso che ha arricchito la basilica e l’annesso convento attraverso i secoli. Un’attenta e responsabile selezione di reliquiari, sculture lignee, dipinti, arredi sacri, paramenti, arazzi e codici miniati, accompagnata da idonei sistemi audiovisivi, restituisce al pubblico l’idea e la dimensione culturale di uno dei più importanti insediamenti conventuali domenicani del territorio.

Informazioni orari e contatti la chiesa di Santa Croce

Aperta tutti i giorni su prenotazione  (Escluso il mercoledì)
Per prenotazioni visite e informazioni:
Comune di Bosco Marengo Tel. 0131299342 / custode: 3272809953
Ingresso Gratuito

Informazioni orari e contatti il Convento di santa Croce

Il Convento è visitabile solo su prenotazione sabato e domenica pomeriggio dalle 15 alle 18 da effettuarsi almeno due giorni prima al n. 331/4434961.

Per info e prenotazioni:
associazione Amici di Santa Croce 331 4434961  oppure via e-mail all’indirizzo info@amicidisantacroceboscomarengo.it.

 


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